"La mia missione oggi è aiutarvi a passare dai sentimenti alle azioni," ha esordito con un sorriso aperto. "Sono sicura che in questi tre giorni avete provato molto. Chi ha pianto?" Molte mani si sono alzate, un segno tangibile di quanto le storie e le esperienze condivise avessero toccato il cuore.
Elena ha proseguito, con un tono che mescolava empatia e determinazione: "Ma ora torniamo a casa e io spero davvero, davvero che continuerete a fare qualcosa, non solo sentimenti e pianti."
Con una naturalezza disarmante, ha poi condiviso un po' del suo percorso. Da "doppio diamante presidenziale" con un team vastissimo, ha ironizzato sui numeri delle sue slide, ormai superati dalla crescita esponenziale della sua rete. Ma la vera essenza del suo intervento non risiedeva nei numeri, bensì nelle domande che spesso le venivano poste: "Perché continui? Perché non ti ritiri? Perché non ti nascondi a dormire?"
Queste domande riflettevano un'illusione comune: che una volta raggiunto un certo livello di successo, simboleggiato magari da un "diamante" o un "diamante blu", la vita si trasformi in un'oasi di beatitudine rosa, immune alle sfide. Elena, con la sua esperienza ventennale, ha smontato questa idea con schiettezza: "Devo deludervi, non funziona così."
Anche ai vertici del successo, la vita rimane una sfida, spesso la più grande è quella interiore. Elena ha confessato di aver pensato, a volte, di mollare, di ritirarsi, soprattutto dopo grandi successi finanziari, quando la stanchezza e il "dramma" della leadership si facevano sentire. "Tutte le persone qui, capite di cosa sto parlando o è solo una mia sfida?" La risposta del pubblico, unanime, ha confermato che quella era una battaglia condivisa.
Un'altra convinzione errata che Elena ha voluto sfatare è che, a certi livelli, tutti ti amino e nessuno ti critichi. "No, continuiamo ad affrontare le stesse cose, e a volte anche più difficili."
Ma allora, cosa la spinge ad andare avanti? La risposta affonda le radici in un "perché" molto più profondo del denaro o del semplice raggiungimento di un rango. "Non mi sono unita per quello. Mi sono unita per la mia anima, per la mia missione. Mi sono unita a Guta perché volevo essere felice. Volevo sentirmi viva. Volevo scoprire chi sono."
E la chiave per questa scoperta, ha rivelato con passione, è aiutare gli altri a fare lo stesso. "Credetemi, il modo più veloce ed efficace per scoprire chi siete veramente è aiutando gli altri a fare lo stesso." Questo è il motore che la spinge, un processo "senza fine", che dura tutta la vita.
Certo, i risultati materiali come il lusso e lo status sono piacevoli, ma non rappresentano il significato ultimo dell'esistenza. "Non sono contro tutto questo, non sono contro il comfort. Sono solo contro il comfort come significato della vita. Sono contro il rango come significato della vita. Questi sono solo i risultati che seguono."
Ma se non sono questi i veri scopi, quali sono? Elena ha ammesso la difficoltà di definire il "senso della vita", ma ha offerto la sua prospettiva: "Credo veramente che uno degli scopi, il più grande scopo della nostra vita, sia il lavoro."
Non il lavoro inteso come fatica fino al raggiungimento di un obiettivo, ma il lavoro come "il più potente percorso o via alla scoperta di sé". Lo vede come un atto di creazione, un contributo al grande meccanismo della vita.
Consapevole dell'avversione che molti provano per la parola "lavoro", ha giocato con l'idea della "libertà" spesso promessa nel network marketing. "Cos'è allora la libertà? È qualcosa, un punto in cui non hai più bisogno di lavorare? È libertà? Significa che la libertà è la capacità di non fare nulla?"
La sua risposta è stata una riflessione profonda: "Per me la libertà è la capacità per voi di fare ciò per cui siete destinati a fare. Il vostro lavoro, la vostra missione, il vostro scopo senza limitazioni esterne." Una libertà che nasce dal distacco dai risultati come priorità assoluta, lasciandoli fluire come conseguenza naturale del proprio impegno.
Elena ha condiviso una svolta cruciale nella sua vita, avvenuta nel 2017. Fino ad allora, aveva vissuto con la convinzione di dover prima accumulare beni materiali per poi dedicarsi al suo vero scopo. Poi, ha "cambiato la sceneggiatura", invertendo le priorità. Ha usato una metafora potente: mettere "il cavallo davanti e il cuore dietro", dove il cavallo rappresenta l'anima, lo scopo, e il carro i beni materiali.
La sua domanda al pubblico è stata diretta: "E voi? Dov'è il vostro cavallo e dov'è il vostro carro? State aspettando quel punto nella vita in cui... state rimandando la vostra missione, il vostro scopo, il lavoro che dovete fare o lo state vivendo ora?"
Ha raccontato di come, per 30 anni, avesse inseguito beni materiali per sentirsi "abbastanza", cadendo in un circolo vizioso. La vera svolta è arrivata quando ha smesso di identificarsi con le sue limitazioni fisiche e mentali, e ha iniziato a connettersi con quella "parte divina" che risiede in ognuno.
"Dio, tu mi hai fatto a tua immagine. Quindi io sono parte di te. Sono tuo figlio. Tu mi hai mandato qui sicuramente con uno scopo. Suppongo che tu mi abbia già dato tutto ciò di cui ho bisogno per compiere tutto questo." Questo riconoscimento interiore è stato un momento di profonda guarigione.
Ha invitato il pubblico a sentire quella scintilla divina dentro di sé. "Se non applaudite, capisco che non sentite. E se non sentite, non posso aiutarvi. Cosa sentite veramente?" La risposta è stata un coro di "vitalità".
In quel momento, Elena ha provato felicità, vera fiducia e coraggio, il coraggio di agire nonostante le paure. "Le anime non temono." La vera fiducia e il coraggio nascono dal riconoscere e vivere secondo quella parte divina. "Avete già tutto ciò di cui avete bisogno in voi. Siete già perfetti. Avete tutti una missione, avete uno scopo. Dovete solo uscire dalle vostre case, cambiare questa identificazione e iniziare a qualcosa e iniziare a mostrarlo."
Riguardo allo sviluppo personale e spirituale, Elena ha chiarito che non si tratta di acquisire qualcosa di nuovo, ma di "scoprire ciò che è dentro di noi", di rivelare le dimensioni più profonde del nostro essere. Siamo come semi, già destinati a fiorire in un modo unico.
Ma questo percorso di crescita e di manifestazione di sé può disturbare chi è ancora nascosto, non guarito. "Non ci piace la luce quando gli altri si mostrano." Tuttavia, come i fiori che sbocciano per la loro natura, indipendentemente dal pubblico, dobbiamo fiorire per noi stessi, per Dio.
Ci saranno momenti di stanchezza, di difficoltà, come quelli che Elena ha affrontato l'anno precedente. Ma è in quei momenti che bisogna ricordarsi il proprio "perché", la ragione profonda per cui si è iniziato. Nonostante le avversità, mostrarsi, anche con i propri "demoni" e le proprie "spine", è fondamentale.
"Più accettate voi stessi completamente, più coltiverete vera passione per gli altri. Più vi permetterete di essere voi stessi, più permetterete agli altri di essere se stessi."
Il suo messaggio finale è un invito a lasciar andare la rigidità mentale, il bisogno di controllo. "Lasciate che la vita respiri dentro di voi." Il suo piano iniziale era un "diamante", ma il piano di Dio era molto più grande.
"Non ho pianificato, ho solo fatto il mio lavoro, la mia parte, il mio lavoro, la mia missione, il mio scopo." Un invito ad abbracciare la vita con umiltà, fede, fiducia e coraggio, curiosi di scoprire cosa la creazione ha in serbo per noi. Un'emozione palpabile ha concluso il suo intervento, un eco del "calore" che aveva provato poco prima, nel backstage, condividendo un momento di profonda connessione.
Per avere i vantaggi offerti dagli acquisti direttamente sul sito ufficiale dŨTERRA, bisogna avere un codice promozionale (ID)
50% Complete
Il team OliEssenziali.NET ti terrà aggiornata/o delle novità o informazioni utili.